Patologie del ginocchio e trattamenti
Amo il mio lavoro, che nella fattispecie è operare. Ma cerco di farlo soltanto quando non ci sono alternative e quando rappresenta l’ultima spiaggia.

I menischi, mediale (interno) e laterale (esterno), possono essere considerati due guarnizioni che abbiamo nelle ginocchia per proteggere la nostra cartilagine nell’arco degli anni. Quando queste guarnizioni, per svariati motivi (degenerazione, frattura, estrusione, rimozione chirurgica parziale o totale), perdono tutta o parte della loro funzione, la cartilagine comincia a consumarsi. Questo processo di consumo della cartilagine si chiama artrosi. Per questo motivo, nella scelta del trattamento meniscale, si deve considerare non soltanto la lesione del menisco in sé, ma lo stato delle cartilagini del soggetto e anche molti altri aspetti (ad esempio il peso, l’età, le variazioni dell’asse dell’arto inferiore come il ginocchio varo o valgo). Oggigiorno, laddove possibile, è preferibile evitare l’intervento chirurgico di asportazione di parte del menisco rotto per evitare di asportare un’importante protezione per le cartilagini; in alternativa è possibile attuare trattamenti conservativi come ad esempio la terapia infiltrativa. Nel paziente giovane e attivo invece si preferisce cercare di salvare il menisco eseguendo delle suture in artroscopia. Queste hanno lo scopo di far guarire la nostra “guarnizione”, evitando cosi di rimuovere la stessa in parte o, peggio, totalmente.

I legamenti del ginocchio sono molti e, purtroppo, tutti sono soggetti a rischio di rottura. La funzione di questi è quella di stabilizzare il ginocchio. Infatti, a seguito di rottura di uno o più di questi legamenti, il sintomo più frequente e ricorrente non è il dolore come molti pensano, ma l’instabilità (cioè il ginocchio che cede). Il legamento più conosciuto, e uno di quelli che si rompono più frequentemente, è il legamento crociato anteriore (LCA). Per ogni legamento colpito esistono molte tecniche ricostruttive che, come succede sempre di più nella medicina moderna, devono essere decise e personalizzate in base alle richieste funzionali del paziente. Le esigenze sportive, il tipo di instabilità e le eventuali lesioni associate, sono alcuni dei fattori che determinano il tipo di ricostruzione di cui il paziente necessita e che, di conseguenza, verrà effettuata.

La porzione di articolazione tra femore e rotula è quella che ha sempre avuto una sorta di alone di mistero attorno a sé. Studiata da molti, capita a fondo da pochi, probabilmente per i molti fattori in gioco che ne determinano l’anatomia e la dinamica. La rotula normalmente scorre nel binario femorale. Quando però non lo fa in maniera corretta, possono verificarsi diverse problematiche come dolore o lussazione (fuoriuscita dalla sua sede naturale). Essendo molti i fattori che determinano problemi femoro-rotulei, è necessario potere determinare quanti e quali si manifestano contemporaneamente nello stesso paziente in modo tale da andarli a correggere uno ad uno qualora si rendesse necessario un intervento chirurgico.

Quando si hanno importanti deviazioni dell’asse (ginocchio varo, con conseguente dolore interno, o valgo con conseguente dolore esterno) in pazienti ancora giovani si può eseguire un intervento di osteotomia. Questi mirano a raddrizzare l’arto inferiore e ridistribuire il carico che, prima dell’intervento, è eccessivo e concentrato soltanto su una delle due parti dell’articolazione tra femore e tibia. Questo intervento viene eseguito anche come intervento di “temporaneo salvataggio”, per evitare una protesi in età eccessivamente giovane. In questi casi, lo studio radiologico è di fondamentale sostegno al chirurgo e al paziente per documentare vari aspetti dello stato del ginocchio e dell’arto inferiore in toto, in modo tale da aiutare la decisione.

Quando la cartilagine di uno o più compartimenti del ginocchio è fortemente compromessa e quando la limitazione nella vita di tutti i giorni è importante per via del dolore intenso, la protesi di ginocchio è un’opzione valida, efficace e soddisfacente in una altissima percentuale dei pazienti. L’avanzamento nelle tecniche chirurgiche, nella tecnologia (es. chirurgia robot-assistita, che anche io eseguo) e nelle tecniche anestesiologiche e riabilitative aiutano a personalizzare sempre di più il trattamento. Questo porta ad un conseguente aumento della soddisfazione dei pazienti stessi, che riescono a ritornare in tempi brevi alle loro attività lavorative e, con le dovute limitazioni, sportive. La protesica di cui mi occupo è quella parziale, totale e di revisione di ginocchio. La mia formazione per parecchi anni è stata particolarmente intensa in questo campo (con maestri e amici provenienti dalla Gran Bretagna, dalla Grecia, dall’India e dalla Repubblica Ceca), e questa mia fortuna è il motivo per cui sono orgoglioso di potere fare lezioni ai Medici in formazione Specialistica presso l’Università di Genova.

In alcuni quadri di artrosi o in alcune patologie dei menischi si può cercare di aiutare il problema con un approccio minimamente invasivo, cioè attraverso un'infiltrazione articolare. A seconda della tipologia del problema e del sintomo del paziente possono essere effettuate infiltrazioni di cortisone, acido ialuronico, PRP (plasma ricco di piastrine) e cellule mesenchimali (una tipologia di cellule staminali).